Un Natale diverso ma non meno vero: la testimonianza di un giovane

 

Fin da bambino ho trascorso il Natale in famiglia, godendo dell’affetto delle persone a me più care. Questa piacevole consuetudine è diventata qualcosa di più di un semplice momento di ritrovo.

Si è infatti tramutata nel corso degli anni in una piacevole occasione di condivisione, di felicità e di serenità. Quest’anno mi trovo però impossibilitato a rispettare questa consuetudine, viste le recenti restrizioni dettate dal governo con lo scopo di contrastare la pandemia di coronavirus.

Non nascondo che, fin da subito, il pensiero di dover trascorrere il Natale lontano da chi mi è più caro, mi ha turbato, e mi ha dato un senso di incompletezza, e di festeggiare il Natale nel modo “sbagliato”. Nonostante ciò, mi sono reso conto di poter sfruttare l’occasione per cogliere il vero senso natalizio.

Esso è infatti riscoperta dell’Amore di Gesù Cristo e di Dio attraverso il prossimo, in primo luogo le persone a noi care, quelle sole e indifese e quelle bisognose di aiuto. In questo contesto estremamente drammatico, amare qualcuno significa anche evitare i contatti, gli abbracci e qualsiasi altra forma di affetto “diretto”.  Preservare i nostri cari dal contagio è la forma più grande di amore che possiamo permetterci di manifestare.

M.

 


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