Fare qualcosa...

Anche nella nostra parrocchia continua l’impegno di molti volontari a dare risposta alle richieste di aiuto di tante famiglie del nostro territorio. Richieste che cambiano in continuazione, così come cambiano le necessità delle famiglie.

Molto pressanti sono: la richiesta di lavoro ed il pagamento delle bollette domestiche; esigenze che, purtroppo, spesso non è possibile soddisfare.

Inoltre alcuni di noi sono impegnati nel settore dell’accoglienza dei migranti, giovani ragazzi fuggiti dai loro paesi a causa delle tragiche situazioni di guerra o di atti terroristici, realtà ormai consuete per queste popolazioni.

Basti pensare a Mogadiscio, la capitale della Somalia, dove la milizia Jihadista semina da anni morte e distruzione; nello scorso ottobre, nel corso di attacchi terroristici sono morte 358 persone e 228 sono rimaste ferite. Per non parlare della terribile, infinita guerra in Siria che uccide uomini, donne e bambini innocenti, senza distinzioni; poi in Nigeria, in Sud Sudan… paesi martoriati dove i poveri sono la maggioranza.

E noi qui abbiamo la possibilità di avvicinare alcuni di questi ragazzi, usando tutta la benevolenza, la comprensione, nello stile di Gesù, il Giusto, che ha raccolto intorno a sé i poveri, i sofferenti, che prediligeva gli ultimi, i rifiutati, coloro che una società ingiusta ha privato della dignità e della stessa vita.

Molte cose concrete sono possibili, ognuno di noi ha la possibilità di fare qualcosa intorno a sé per alleviare, almeno in parte, le sofferenze ed i disagi dei ragazzi ospitati nelle strutture del nostro territorio.
Alcune esperienze di accoglienza e tentativi di integrazione sono state realizzate in questi mesi:
•  a capodanno alcune famiglie della parrocchia sono andate a festeggiare il nuovo anno nell’Hotel che ospita più di 70 ragazzi di vari paesi dell’Africa;
•  da qualche mese una famiglia della parrocchia ha messo a disposizione una stanza ed una macchina da cucire e così Lamin, un ragazzo ventenne del Gambia che nel suo paese faceva il sarto, ha iniziato una piccola attività di sartoria. Tra le altre cose, dalle sue mani escono bellissime borse realizzate con tessuti molto colorati arrivati direttamente dall’Africa;
•  alcune famiglie della nostra comunità hanno invitato a pranzo o a cena alcuni di questi ragazzi, a volte uno, a volte due, oppure una decina tutti insieme, facendo comperare a loro i cibi tipici africani e poi offrendo loro la possibilità di cucinare. Ci hanno spiegato che accoglierli in famiglia è per loro un’esperienza bellissima: possono respirare quel clima caldo e festoso della famiglia, del quale hanno una profondissima nostalgia, ed annusare con il cibo i profumi della loro terra; ma soprattutto è un’esperienza straordinaria per chi li accoglie, perché ti aprono il cuore, ti arricchiscono di una umanità profonda, della loro speranza di vivere al di là delle sofferenze enormi che hanno passato! Sperimenti e scopri che Dio ci ha creato diversi proprio per essere dono e ricchezza l’uno per l’altro.

Antonio e Agostina


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