L’esodo di Cristo, la sua Pasqua, e i tanti esodi degli umani

A  suggerirci questa copertina è  l’evangelista Luca. A proposito del conversare di Gesù con Mosè ed Elia, apparsi sul monte della trasfigurazione,  annota ...parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme (Lc 9,28-36).

L’esodo ci richiama quello del popolo ebreo, l’uscita liberante dalla schiavitù egiziana, il passaggio del Mar Rosso e il cammino nel deserto verso la terra promessa.

L’esodo di Cristo è ben rappresentato dall’Agnello pasquale.

Lui è l’Agnello immolato nei giorni della Pasqua ebraica. In lui, Dio Padre ci libera dal male che ci rende schiavi, ci riconcilia a sè e agli altri. Lui è l’Agnello che nel libro dell’Apocalisse, portando in sè i segni della passione ma vivente, può aprire il libro sigillato della storia umana e del mondo per comprenderne il senso ultimo nella luce della storia della salvezza al cui centro sta il Crocifisso Signore, il Vivente.

L’acqua ci riporta al  nostro esodo, al nostro battesimo, nostra prima Pasqua; Dall’acqua e dallo Spirito del Risorto, infatti, siamo rinati a vita nuova, siamo passati dalla morte alla vita.

Il gruppo di immigrati nella barca è immagine dei tantissimi che stanno vivendo l’esodo da una terra di schiavitù, di miseria, di fame.... e cercano una “terra promessa” dove vivere con dignità e libertà.

La croce, formata dai legni dei barconi, è stata impugnata come pastorale da papa Francesco nella celebrazione eucaristica a Lampedusa per esprimere la piena solidarietà della comunità cristiana con tutti coloro  che stanno vivendo, per ragioni diverse, la dura esperienza dell’esodo.

Don Giovanni


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